Bianca Atzei

FLEWID DIGITAL

Photography Luigi Cianfarano
Styling Antonio Votta
Make Up & Hair :Daniela Zeqo
Stylist Assistant: Nadia Mistri
Press Office: Coco District
Label: Apollo Records
Interview Chiara Buoni

27 aprile 2022, Milano, l’ora dell’aperitivo. In zona Porta Venezia, o meglio, in un angolo nascosto del quartiere che sempre invita all’emancipazione, lontano dal caos metropolitano c’è il ristorante Cera. Pervaso da un’atmosfera elegante e rilassata, tra pochi minuti qui ci accoglierà Bianca Atzei per un concerto segreto durante il quale ascolteremo in anteprima alcuni brani del nuovo album Veronica (Apollo Records), la cui data di pubblicazione ufficiale è il 29 aprile. Riesco ad assicurarmi il posto migliore: da qui, tanto per rendere l’idea, posso immaginare che stia cantando soltanto per me. Arriva vestita di nero, ma c’è qualcosa in lei a farla splendere di bianco assoluto, brillante. Poco dopo la voce aderisce perfettamente al look, un timbro profondo, esplosivo, a tratti mordace. Quando giunge il momento delle domande, mi limito ad ascoltare. Avrò la fortuna di intervistarla con calma, fra qualche giorno. Voglio dirglielo. L’occasione per fortuna arriva proprio mentre sto andando via. Incontro Bianca e le parlo: sai, avrei voluto ascoltarti davvero più a lungo. E va bene che è l’ora dell’aperitivo, ma l’assaggio del disco ha alimentato fin troppo la fame di musica. Quando ci salutiamo mi abbraccia, un altro gesto inaspettato e luminosissimo. Sarà bello parlarle di nuovo.


È stato davvero coinvolgente lo show segreto al Cera di Milano. A un metro di distanza da te, pensando alla fortuna di aver preso quel posto in sala, mi sono chiesta perché avessi scelto di cantare proprio Chanel, Fotogrammi feat. J-Ax e Le stelle feat. Arisa, tre pezzi del nuovo album Veronica.
Chanel intende avere un impatto fortissimo, di pancia. Ecco perché l’ho inserita al primo posto nell’album, scegliendo di cantarla subito anche l’altra sera. Volevo arrivasse immediatamente l’energia intensa che sprigiona l’intero disco. Fotogrammi la canto con J-Ax, un artista davvero importante per me. In un certo senso, possiamo concepirla come un continuo di Intro, il suo pezzo che abbiamo cantato insieme qualche anno fa. Le stelle è l’ottava traccia, il numero 8 è il mio numero fortunato. Per me significa amore globale, e in qualche modo parla anche del magico incontro con Arisa, inteso come rinascita.

L’album, uscito il 29 aprile, porta il tuo vero nome. In occasione dello show riservato a pochi, hai spiegato qual è il rapporto tra Veronica e Bianca. Ti chiederei di riaprire il discorso con me.
Il rapporto tra Bianca e Veronica è sempre stato conflittuale. Fino a qualche tempo fa c’era una parte di me che amava soltanto Bianca, cioè la possibilità di cantare. Questa era l’unica cosa capace di rendermi felice. Poi è arrivato il periodo del lockdown e ho cominciato a lavorare su me stessa, quindi anche sul rapporto tra loro due. Adesso posso sentirmi soddisfatta in qualsiasi momento, non solo sul palco.

In copertina c’è una foto di te da bambina. Chi era Veronica prima che esistesse Bianca?
Ho sempre sognato di diventare una cantante famosissima, proprio come ora. Tra i 7 e gli 8 anni ho iniziato a prendere lezioni di canto, quasi per caso. All’epoca tra via Padova e corso Buenos Aires, a Milano, si svolgeva una grande festa. Per l’occasione un negozio di strumenti musicali organizzava un karaoke. Una volta, come spesso accadeva, mi sono fiondata sul microfono e ho cominciato a cantare. Tanti si fermarono ad ascoltarmi, avevo una voce grossa per la mia età. In quella circostanza passò una insegnante di canto che consigliò a mia madre di farmi studiare musica. Ho cominciato proprio con lei.

Ci sono dei riferimenti musicali che ti hanno ispirata nella costruzione dell’album?
Sì, ho cominciato ad ascoltare musica nuova, per esempio Ariete. Molti nuovi artisti sono più liberi e diretti rispetto ad altri. Mi hanno stimolata molto nella elaborazione dell’album, per il quale ho lavorato come mio solito senza costrizioni. Sogno le melodie nel sonno, mi sveglio nel cuore della notte e le registro con il telefono. Si tratta di un processo spontaneo. Non scrivo testi a tavolino o mentre affronto momenti complicati, ma soltanto quando sono di buon umore. Dietro ai testi c’è un lavoro mio, infatti raccolgo appunti nel corso del tempo, e delle persone che mi aiutano tanto. Senza queste ultime farei più fatica a far emergere tutta la mia creatività.

Non c’è brano, da Ora esisti solo tu a Collisioni feat. Virginio, che non sia una narrazione sentimentale. Fra tutti, ce n’è uno in particolare incentrato sulla coscienza fluida, cioè capace di fare arrivare il senso delle emozioni al di là di ogni canone sociale?
Tutte le mie canzoni parlano di un amore fluido, aperto, libero. Cerco di cantare dell’amore in ogni sua tonalità. Non esiste un canale unico per amare né una forma unica di amore. Personalmente, a livello rappresentativo, riesco a concepirlo come un insieme di sfumature. Pensando ai canoni, mi sembra davvero assurdo dover ancora trovare un modo di superarli. Ormai tutti dovremmo sapere che l’amore va oltre ogni stereotipo, vorrei riconoscessimo ciò come un dato di fatto accettandolo nella sua fluidità. Nel mio primo album Bianco e nero c’è La strada per la felicità (Laura), un brano che ho scritto per una persona molto cara. Laura non esiste davvero, questa persona è un uomo con un altro nome. Lui faceva fatica a esprimere il proprio modo di amare, e con la canzone ho cercato di aiutarlo. Abbiamo vissuto insieme la sua sofferenza, ho compreso gli ostacoli che si è trovato di fronte. So che la mia canzone ha smosso qualcosa di positivo. Per esempio, poi ha scritto una lettera a sua madre.

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