Photography Angelo Cricchi
Styling Emi Marchionni
Make Up and Hair Isabella Avenali
DIGITAL COVER STORY
Charity Dago wears total look Max Mara
Interview Veronica Costanza Ward
Il suo sorriso è entusiasta e giovanissimo, i suoi occhi ma la sua voce vibrano di saggezza antica. Sceglie le parole, soppesa ogni risposta, ti guarda dritto negli occhi e mentre risponde ti sta guardando dentro. Charity Dago è la perseveranza, la ricerca di equilibrio e il metodo. Lo applica al suo lavoro, l’Agenzia Wariboko, nata come agenzia di talenti afro e poi di diverse origini, e lo applica nella vita e nelle relazioni. Prova e pondera, seleziona, mette alla prova e risistema l’elenco. L’ho vista lavorare, l’ho vista lottare, l’ho vista farsi spazio in un mondo complicato tra le necessità delle produzioni e quelle dei suoi talenti che cura come figli. Perfetta fiera nelle situazioni glamour, indefessa nel day by day. L’ho vista nelle difficoltà. E da lei ho imparato. Nella sua impresa ha messo tutto ma non tutti.
Ma lasciamo a lei la parola.
Charity, dove ti senti e chi ti senti ora?
Mi sento di essere al posto giusto, nel momento giusto e con le persone giuste. Mi sento di avere i super poteri perchè posso plasmare la mia realtà del futuro attraverso la mia immaginazione e la continua perseveranza. Wariboko è il futuro e lo abbiamo manifestato.
Da dove sei partita, come è nata la voglia di aprire un’agenzia. Lavoravi già nel settore?
Il mio background precedente appartiene al campo della moda. Mi sono occupata di styling, di consulenza di immagine e di produzione. Ho acquisito diverse competenze e ad un certo punto ho avuto la necessità di far combaciare le esperienze vissute in qualcosa che fosse un lascito, un’eredità per me e per le persone simili a me, e così ho deciso di aprire Wariboko. L’agenzia è nata da un’esperienza personale. Durante i primi anni della mia gavetta professionale nella moda, decisi di iscrivermi in un’agenzia che rappresentava attori e attrici in campo pubblicitario per avere una seconda entrata monetaria. Quando decisi di modificare il look dei miei capelli, quindi di lavorare con i miei capelli afro, capii che avrei avuto bisogno di tutelare ancora di più la mia immagine e decisi di diventare io stessa la persona che avrei voluto come guida e manager. All’epoca non esistevano agenti/manager neri.
Dov’è ora Wariboko e dove sta andando?
Wariboko è in una fase delicata e molto esaltante. Stiamo lavorando con passione nel mondo del cinema e stiamo accogliendo nuovi talenti all’interno dell’agenzia. Il nostro goal è quello di portare una giusta rappresentazione, raccontare nuove storie, veder nascere nuovi ruoli. Stiamo prendendo parte sempre di più a progetti nazionali ed internazionali. Ci vorrà un pò di pazienza per vederli sui grandi e piccoli schermi. Una cosa è certa: il mondo del cinema è ancora poco rappresentativo e quindi pieno di nuove avventure da raggiungere.
Quanto reale cambiamento e progresso c’è riguardo la diversity di origine? (vogliamo chiamarla di colore, razza?)
Il cambiamento non è reale per il semplice fatto che non lo si vive a livello personale nel proprio quotidiano. Se non siamo abituati a vivere la diversità a tutti i livelli, in realtà si corre il rischio di continuare a parlare per stereotipi e a cercare di fare integrazione. Ho usato volutamente il termine integrazione perchè non è corretto. Non si può integrare qualcosa che è già presente in modo naturale da decenni. La mentalità italiana è ferma agli anni 80, il linguaggio comune è ancora fermo agli anni 80.
Hai vissuto tu sulla tua pelle la discriminazione? Come l’hai affrontata?
Ho vissuto e continuo a vivere sulla mia pelle sia il razzismo, in quanto nera, sia la discriminazione, in quanto donna. Il razzismo lo affronto in base al momento di consapevolezza che ho nell’istante in cui subisco un attacco. E’ un attacco perchè lo percepisco tale. Se in quel momento sono centrata e presente a me stessa, lo riesco a gestire nel modo migliore possibile per me, se non sono centrata e presente a me stessa, e ovviamente può succedere in certe giornate, si riapre una ferita che sto continuando a medicare e curare dal giorno in cui sono nata.
Quanto è complesso essere un tramite tra professionisti e produzioni?
Svolgo un ruolo complesso perchè in quanto imprenditrice il mio compito è di trovare un’ottima mediazione tra la domanda e l’offerta. In quanto manager, il mio compito è di tutelare al massimo chi rappresento. Appartenendo a una minoranza, ho scelto di far prevalere il ruolo di manager rispetto a quello di imprenditrice nella fase di sviluppo della mia startup, con l’assoluta convinzione che ne vedrò i veri benefici nella fase di maturità.
Quanta psicologia e quante difese si devono avere per non farsi ‘mangiare’ da questo lavoro?
Nel mio caso, come imprenditrice, ho deciso di affidarmi a persone con diverse competenze lato business e lato coaching. Invece le persone che rappresentiamo dovranno necessariamente fare un lavoro congiunto di crescita personale e professionale, perchè il lavoro dell’attore è un mestiere molto difficile ed il successo o la caduta del successo, sono armi a doppio taglio.
Quali sono le tue azioni quotidiane per stare in equilibrio?
La meditazione e altre forme di crescita personale sono potenti strumenti che utilizzo per allineare la mia realtà interna con la mia realtà esterna. Essere visionari comunque ti pone ad un livello differente rispetto a molte persone. Ci vuole coraggio, e quello non lo si può apprendere.
L’ultima grande soddisfazione che ti ha fatto dire ” ci sono”.
Il giorno in cui abbiamo lanciato l’agenzia è stata una rinascita per me. Sono una perfezionista, penso che ogni situazione sia collegata ad un’altra situazione e così via, e potenzialmente non vi è una fine, quindi non c’è un’arrivo. Questo significa guardare i traguardi come nuove partenze e puntare sempre all’infinito e a migliorarsi.