Photography Riccando Lancia
Styling Antonio Votta
Make Up and Hair Valentina Zappia
Photography Assistant Davide Tenz
Styling Assistant Nadia Mistri
Press Office Coco District
Label The Orchard
Mondomarcio wears shirt Collini Milano, trousers Kith x Versace
Interview Chiara Buoni
Le crisi possono rivelarsi opportunità per evolverci. Quando succede, sembra quasi di assistere a una magia. Il tuo nuovo album “Magico” ne è la prova?
Sì, i momenti di difficoltà servono per imparare qualcosa sul mondo che ci circonda e soprattutto su noi stessi. “Magico” nasce da tante situazioni che mi
hanno messo alla prova e ho superato. La chiave per me è sempre stata la musica, il buttare fuori le mie emozioni. C’è alchimia nel trasformare sentimenti, a volte anche di sofferenza e rabbia, in musica. Sicuramente per “Magico” ha avuto un impatto su di me quello che è successo con il Covid-19, il mondo che si è fermato per quasi due anni; e poi le vicende personali, tanta vita vissuta… è come se fosse un’odissea rap.
Il mio viaggio personale che può essere condiviso con tante persone.
Nella copertina dell’album c’è una persona seduta sul letto della propria cameretta che guarda fuori dalla finestra, dà le spalle a un poster di Mondo Marcio. Cosa significa?
Il ragazzo nella copertina sono io all’epoca in cui ho cominciato a fare musica. La luce dalla finestra è metaforica: quando sei in una situazione in cui vieni messo alla prova, vuoi far entrare la luce cioè uscirne. Nel mio caso la soluzione è il poster, cioè creare questa sorta di alter ego che è Mondo Marcio, seppure le mie canzoni sono autobiografiche. Anche “Magico” è fatto di pezzi per me che arrivano agli altri, e non di musica per fare contenti gli altri.
La magia nei tuoi pezzi però c’è da sempre, per me è impossibile non pensare ai tempi di “Non so volare”. Qual è il tuo rapporto col passato sul piano artistico?
La magia, la fiamma interiore c’è sempre stata sicuramente. Dopo vent’anni il punto è tenere accesa la fiamma: “non è la fiamma più alta, ma quella che dura più a lungo” (“DDR”, Mondo Marcio). Io sono fortunato perché per me la musica è davvero una forma di rilascio necessaria, quindi quella fiamma è sempre accesa.
Non è mero lavoro, ma qualcosa di cui ho bisogno per stare bene come essere umano. Rispetto al passato, credo sia interessante capire come è cambiata la mia
prospettiva su certe tematiche di cui scrivevo all’inizio.
In “Fiori e fango” canti con Arisa di un “mondo freddo […] niente maghi, solo magheggi”. Ci proponi uno stile di sopravvivenza, più che di vita, in “Cosa rimane”.
Chiunque può essere un “bug nel sistema”?
Sì. Noi siamo esseri incoerenti per definizione, e questa è la nostra forza. La società nella quale viviamo ci inquadra in caselle, vuole dare etichette a tutti e farrientrare in categorie… in Italia questa cosa è evidente più che in altri Paesi. Dopo il periodo da cui usciamo, è importante ricordarci che siamo speciali. Siamo capaci di fare cose incredibili, di cambiare il mondo. Abbiamo bisogno di più sognatori, di più eroi, di più coraggio. Comprensibilmente siamo tutti molto incerti, come dimostra anche l’esito delle ultime elezioni. Però bisogna reagire, ricordarci chi siamo prima che la società ci dica chi essere.
Com’è stato collaborare con Arisa, Gemitaiz e Caffellatte?
Tutte le collaborazioni hanno un senso. Non sono fan degli album compilation con troppi featuring. Quando ce ne sono così tanti, magari a caso, spesso compensano qualcosa che manca nell’album. “Magico” di per sé dice già tante cose e i featuring completano i pezzi. Con Gemitaiz condivido il non farci influenzare troppo dal mercato; mentre la massiccia presenza di voci femminili vuole riportare in chiave sonora la dicotomia tra bene e male, luce e buio. Ciò avviene contrapponendo le voci femminili angeliche alla mia più profonda e scura.
Secondo te esiste una musica più fluida di altre? Diresti che i pezzi di “Magico” sono fluidi?
Il rap è la musica più fluida di tutte. Parla la lingua di chi sta in strada, quindi può toccare chiunque. È musica fatta in casa, che fai senza prendere lezioni di nessun tipo. Però non vorrei limitarmi a un genere… forse la risposta giusta è: musica onesta. Penso a Bob Marley, lo canta chiunque perché la sua è musica fatta con grande amore.